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Parto dalla copertina, che a mio avviso è la migliore della serie finora.
Matteoni si spreme sempre di più e il risultato è davvero notevole: un livello di cura e dettaglio che necessita di essere osservato da vicino per essere studiato.
L'unico difetto mi pare dato dalla colorazione di alcuni elementi, come i capelli e la pelle delle mani di Ian, che tendono a dare un po' un effetto "manichino di plastica".
Per il resto "panneggio bagnato" meraviglioso e così su due piedi non mi vengono in mente esempi analoghi migliori.
Poi i disegni: Platano (come altri nella serie) a mio avviso non ha una personalità che la distingue come succede invece con Olivares, Buscaglia e Matteoni.
Pure, fa un ottimo lavoro ed è di quelle che mantiene la qualità alta dei disegni della serie (molto belle le sequenze notturne, le vignette panoramiche e soprattutto disegna una Sera da paura), anche se di solito fa un po' a cazzotti con l'ascia di Gmor (cambia dimensioni e aspetto più di qualche volta nel corso della storia).
Vabbè, in generale secondo me è bravissima.
Vietti costruisce sopra una premessa che non è nulla di che, una storia leggibile e scorrevole che impreziosisce di un gran numero di elementi che ho trovato interessanti, soprattutto perché mette in luce un sacco di contraddizioni (volute) nei personaggi, sebbene effettivamente nessuno di loro sembri essere interessato a rifletterci su.
A discuterne, menarsi e uccidersi anche, ma non a pensare a ciò che stanno facendo in modo davvero "lucido".
A mio avviso è un po' il tema della storia che Ian sia disposto a fare una strage per salvare un innocente, nello stesso modo ottuso in cui gli abitanti del villaggio sono disposti a farsi ammazzare pur di far compiere il sacrificio.
O la natura stessa che "ipocritamente", stanca dei sacrifici, si placa proprio una volta che essa stessa porta via la vita del sacerdote.
A livello di scene e inquadrature, diverse chicche e mi è piaciuto in particolare come viene costruito bene il
Viene fuori così un Ian arrogante e piuttosto "dispotico" che si impone per la propria autorità e forza più che per la bontà delle proprie idee (che solo casualmente si rivelano essere nel giusto)
Sicuramente anche questo è una storia di "presentazione" di alcuni elementi (è evidente nelle ultime pagine, quando si vede il tipo tatuato e in generale non si capisce l'interesse dell'impero per questa particolare situazione
Quindi in definitiva è un albo che mi è piaciuto e per il quale faccio i complimenti agli autori, in cui però ravviso la presenza (ancora) di una storia troppo lineare e con personaggi secondari che rimangono strettamente nei confini del loro ruolo di stereotipo.
A questo aggiungo l'occasione secondo me persa incarnata da Gmor e Sera che fanno gli yes-men di Ian apportando sì dei buoni spunti di riflessione o contrasto, ma che a conti fatti cadono senza alcuno sviluppo.
In ogni caso, molto ma molto meglio del mese scorso.
P.S. Dimenticavo: mi è piaciuta tantissimo la sequenza iniziale che ricalca, seppure in modo diverso, l'arrivo del messo imperiale a Solian del romanzo 
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